
Per anni il marchio Beats ha avuto una certa reputazione, classificandosi come l’azienda “che pompa i bassi a caso” per far felice la parte di utenza più mainstream, lasciando i puristi dell’audio (e non solo) per nulla entusiasti.
Negli ultimi anni però è iniziato un cambiamento, e oggi le ultime cuffie Beats vanno in una direzione totalmente diversa.
Per loro caratteristica, questi nuovi Beats Studio Buds sfidano gli AirPods di Apple, posizionandosi nella stessa fascia di prezzo e offrendo anche cancellazione del rumore e una modalità trasparenza. Li avranno battuti? Scopriamolo insieme.
Pro
- Comodi da indossare, design moderno
- Tutte le funzioni anche per Android
- Firma sonora sorprendentemente naturale
Contro
- Niente sensore di prossimità
- ANC mediocre
- In chiamata faticano in ambiente rumorosi
Design e comfort
Gli Studio Buds non seguono gli AirPods, abbandonando lo stelo e preferendo un design più scolpito, angolato, a mo’ di scarpa da calcio. È una scelta interessante, per non dire altro.
Disponibili nelle colorazioni Nero, Bianco e Rosso, nella parte centrale della struttura si trova il pulsante multifunzione “b” lucido che si occupa di gestire la riproduzione multimediale e la tecnologia ANC. Purtroppo non c’è il controllo del volume, quindi per alzarlo o abbassarlo avrete comunque bisogno di accedere allo smartphone, e manca anche il sensore di prossimità.
Alla loro estremità ci sono gli inserti in silicone, che rendono gli Studio Buds degli auricolari in-ear e quindi un’opzione migliore rispetto agli AirPods in termini di isolamento acustico passivo. Sono oltretutto molto comodi da indossare, ma a livello di stabilità nelle orecchie non li consiglierei come auricolari Bluetooth per lo sport, sebbene siano certificati IPX4.

Gli auricolari richiedono qualche attimo in più del solito, ma una volta trovata la vestibilità desiderata, la guarnizione degli inserti riduce bene i rumori esterni. Tuttavia, per lunghi periodi di utilizzo, più volte ho dovuto ridargli una sistemata per non perdere il sigillo.
Ovviamente, in dotazione sono disponibili 3 taglie diverse di inserti. La custodia di ricarica è abbinata al colore degli auricolari ed è fortunatamente compatta al punto giusto per metterla tranquillamente in tasca.
Nella confezione troverete:
- Beats Studio Buds
- Custodia di ricarica tascabile
- Copriauricolari in tre misure (S/M/L)
- Cavo di ricarica da USB-C a USB-C Lightning a USB‑C
- Adesivo con il logo “b”
- Documentazione
Funzionalità
Le funzionalità sono un’altra area in cui i Beats Studio Buds presentano vantaggi rispetto agli attuali AirPods. C’è il pairing one-touch sia per i dispositivi Android che iOS, quindi su qualsiasi dispositivo non serve entrare nel menu delle impostazioni Bluetooth (quest’ultimo è integrato nello standard 5.2).
Le Studio Buds sono anche il primo prodotto Beats a supportare la funzione Trova il mio, sia su iOS che su Android. Se li perdete, potete rintracciarli tramite la loro ultima posizione nota.
Poi c’è la cancellazione attiva del rumore che, nella migliore delle ipotesi, è mediocre paragonata ai top della categoria. Gli auricolari inclusi isolano passivamente i rumori ad alta frequenza (oltre i 1000 Hz), ma anche con l’ANC attivato gli auricolari faticano ad attenuare i rumori ambientali.
Tuttavia, per gli utenti più occasionali, gli Studio Buds funzionano bene sui trasporti (metropolitana e treni) e sono efficaci nel ridurre sobbalzi, clangori e il puro rumore del pendolarismo. Sentirete ancora i rumori, ma non saranno fastidiosi allo stesso modo. Detto questo, i Beats Studio Buds bloccano passivamente e attivamente molto più rumore degli auricolari come gli AirPods.

La tecnologia Active Noise Cancelling (cancellazione del rumore in altre parole) viene gestita per impostazione predefinita dall’auricolare sinistro (si può scorrere tra ANC, Trasparenza e Off). Secondo me è deludente il fatto che non ci sia una voce a scandire la modalità attivata, bensì un semplice suono. È facile capire la differenza tra ANC e Trasparenza, ma è la modalità Off che potrebbe ingannare alcuni, come ha ingannato me alcune volte.
La modalità Trasparenza serve per filtrare i suoni esterni per essere consapevoli di ciò che ci circonda. Ho scoperto che si tratta di una delle migliori implementazioni a questo prezzo.
Poi c’è l’app, che è disponibile solo su Android perché su iOS gli Studio Buds si gestiscono direttamente nel Centro di Controllo. Da androidiano, questi dispositivi sono molto più “accoglienti” di quanto mi sarei mai aspettato da un prodotto Apple.
La personalizzazione è tuttavia ridotta e si estende solo al controllo del rumore e dell’assistente vocale (entrambi infatti richiedono una pressioni prolungata), di cui puoi solo spostarli dall’auricolare sinistro a quello destro (o viceversa). I controlli di riproduzione sono disponibili su entrambi gli auricolari, quindi non è necessaria alcuna personalizzazione. L’equalizzazione audio e la gestione dell’ANC/trasparenza non ci sono.
Altre funzionalità dell’app includono gli aggiornamenti del firmware, la visualizzazione del livello della batteria, la ridenominazione degli auricolari, lo switch tra le varie modalità di controllo del rumore e le impostazioni di Google Fast Pair.
Qualità audio

Beats come dicevo è stata bistrattata per i bassi troppo pronunciati in passato, ma gli Studio Buds non potrebbero essere più lontani da questo approccio. Sono sorprendentemente naturali nel tono e ben bilanciati su tutta la gamma di frequenze.
L’unico inconveniente è che le tracce tendono a risultare molto compresse a causa della mancanza di un grande senso di ampiezza (il che è anche normale negli in-ear).
Sebbene gli auricolari siano di piccole dimensioni, i driver da 8,2 mm offrono un suono incisivo quando necessario: le voci sono descritte con chiarezza, così come gli strumenti in generale, con una tonalità che trova il giusto compromesso tra nitidezza e sibilanti.
I bassi come vi dicevo sono controllati, quindi l’asprezza può diventare un fattore determinante se gli auricolari non sono montati correttamente, quindi vale la pena assicurarsi che siano indossati correttamente.
Microfono
La qualità delle chiamate in un ambiente tranquillo è buona, nessun miracolo ma va più che bene. L’unico problema è che i microfoni faticano a separare la voce dal rumore ambientale (anche moderato), quindi per una chiamata importante è necessario spostarsi in un ambiente più silenzioso.
Autonomia
La durata della batteria è di 8 ore, senza ANC. Se attivato, l’autonomia scende a 5 ore. La custodia di ricarica fornisce 2 ricariche extra. Questa integra un sistema di ricarica rapida mentre manca quella wireless, di cui non mi preoccupo, ma immagino che per alcuni sia un fattore determinante.
Verdetto

I Beats Studio Buds sono un sorprendente set di auricolari che supportano tante funzioni su Android come su ecosistema Apple, tra cui il pairing istantaneo e le notifiche del livello della batteria.
Sono comodi, stabiliti in termini di connettività e i controlli sono facili da usare. L’autonomia è nella media e la custodia è abbastanza compatta da portare in tasca.
Gli Studio Buds suonano bene per l’ascolto in mobilità e hanno la cancellazione del rumore, il che è molto buono per prezzo e dimensioni. Peccato non sia così efficace, e peccato per l’assenza del sensore di prossimità, ormai per me imprescindibile in un paio di auricolari Bluetooth.
Pro
- Comodi da indossare, design moderno
- Tutte le funzioni anche per Android
- Firma sonora sorprendentemente naturale
Contro
- Niente sensore di prossimità
- ANC mediocre
- In chiamata faticano in ambiente rumorosi