
Pro
- Comode da indossare
- Latenza impercettibile, minima nei videogiochi
- Bluetooth Multipoint funziona egregiamente
- Qualità audio per gli amanti dei bassi
- Autonomia di 30 ore
Contro
- Non adatte a chi ha orecchie grandi
- Non si chiudono su sé stesse, manca una custodia da viaggio
- Giunture così e così
- Bass Reactor
- Niente codec audio HD come aptX
- Microfono di scarsa qualità
Era tempo che non provavo delle cuffie Bluetooth circumaurali non noise-cancelling. Questa tecnologia non è fondamentale per tutti ma a quanto pare oggi è sempre più difficile trovare un paio di cuffie senza, anche nella fascia di mercato medio-bassa.
Detto questo ecco la recensione delle Panasonic RB-M500B, commercializzate come cuffie senza fili over-ear dai “bassi potenti che ti danno la spinta” grazie al Bass Reactor.
Design e comfort
Le Panasonic RB-M500B si presentano come delle cuffie over-ear piuttosto grandi, pesano ben 317 g ma ciononostante risultano molto comode da indossare per ore. Questo perché la forza di serraggio dei padiglioni unita al loro spessore/morbidezza fanno sì che il peso non gravi tutto sulla testa.
Attenzione però poiché, aldilà di quello che si potrebbe pensare, i padiglioni non sono adatti a chi ha orecchie grandi perché non così spaziosi.
Parlando di design sono piuttosto basic, soprattutto nella colorazione nera della mia unità di prova (sono disponibili anche in color crema). L’unico elemento distintivo è la zigrinatura sui padiglioni che, di primo acchito, mi ha ricordato i cerchi a raggi delle auto d’epoca.
I padiglioni si possono ruotare per essere poggiati sul torace quando non si usano, peccato però che (considerando le dimensioni) non si possano chiudere su se stesse come le Sennheiser HD 450BT.
I materiali però non mi hanno convinto.
Il problema non è tanto il fatto che siano completamente in plastica, ad eccezione della barra metallica regolabile della fascia per la testa, quanto più la fragilità che mostrano le giunture (dove c’è il logo Panasonic per intenderci) che tengono collegati i padiglioni alla fascia superiore.
La dotazione comprende il cavo di ricarica USB-A → USB-C (lungo circa 55 cm) e il cavo da 3,5 mm (lungo circa 125 cm). Manca invece un qualsiasi tipo di custodia da viaggio.
Controlli
Non ci sono controlli touch ma 5 pulsanti fisici posizionati sul padiglione destro. A differenza dei 2 del Bass Reactor, i 3 pulsanti che consentono di gestire il volume e l’accensione delle cuffie non sono così tanto in rilievo e nell’uso vero a proprio ho dovuto ogni volta far scorrere le dita sulla superficie per riconoscere il singolo tasto.
A seguire lo schema comandi:
- Tasto +: pressione singola per aumentare il volume, pressione prolungata per passare alla traccia successiva;
- Tasto –: pressione singola per abbassare il volume, pressione prolungata per tornare all’inizio della traccia corrente;
- Tasto Ø: pressione di 3 secondi per accendere/spegnere le cuffie, pressione singola per play/pausa o rispondere/mettere giù una chiamata, doppio click per lanciare l’assistente vocale, pressione prolungata di 5 secondi (da spente) per avviare il pairing Bluetooth.
Il Bass Reactor è caratterizzato da un paio di selettori (+ e -) per regolare l’impostazione di potenza della funzione secondo 4 livelli: Disabilitato → Basso → Medio → Alto.
Non c’è invece il sensore di prossimità per rilevare quando le cuffie vengono tolte, così da mettere la musica o il film/video automaticamente in pausa.
Connettività, latenza e app
Le cuffie supportano lo standard Bluetooth 5 e nell’uso non ho mai riscontrato interruzioni o interferenze di alcun tipo spostandomi in ogni angolo del mio trilocale. Non sono compatibili invece con codec Bluetooth come aptX (solo SBC e AAC).
Grazie al Bluetooth Multipoint si possono collegare contemporaneamente a 2 dispositivi e switchare tra uno e l’altro con estrema facilità, sebbene l’esperienza non sia immediata come lo switch visto con le AirPods Pro.
Per fare un esempio si deve mettere pausa al video sul PC per passare a quello sullo smartphone, però bisogna dire che lo scambio tra uno e l’altro è molto veloce (più delle più costose Sony WH-1000XM4). Lo switch poi funziona molto bene anche per le chiamate in arrivo.
Mi piace anche il fatto che se collegate con 2 dispositivi, se spente e riaccese si collegano nuovamente a questi 2 in automatico.
Parlando invece di latenza, è impercettibile (sia su Windows che su Android o iOS) con Youtube, Twitch, Netflix e Amazon Prime Video. La situazione peggiora con il solito test su Call of Duty Mobile, ma devo ammettere che la latenza è minima rispetto a quella che ho riscontrato in altre cuffie (anche molto più costose) e in ogni caso non è così invadente da rovinare l’esperienza di gioco complessiva.
Manca invece un’app proprietaria per gestire la connettività Bluetooth con i vari dispositivi o per equalizzare l’audio, ma va detto che è la normalità in questa fascia di prezzo.
Bass Reactor
Bass Reactor è essenzialmente un sistema che crea delle “vibrazioni fisiche” che dovrebbero aiutare ad immergersi nell’ascolto come se si fosse ad un concerto dal vivo.
Purtroppo questo crea più problemi che altro.
Per iniziare, a qualsiasi livello il Bass Reactor crea una sorta di fischio di sottofondo, molto fastidioso se le cuffie vengono utilizzate per ascoltare un podcast, guardare un film o ascoltare musica rilassante.
Parlando di riproduzione musicale invece, a me piacciono i bassi ma questo Bass Reactor si limita a creare un’esperienza più fisica che altro: è come avere un massaggiatore vibrante in testa che ti distrae dall’ascolto senza aggiungere altro. Già dopo un minuto stufa, anche se settato al livello più basso (chiaramente questa è la mia esperienza, a qualcun altro magari può piacere).
Qualità audio
Come suonano queste Panasonic RB-M500B? È chiara la direzione presa dall’azienda visto e considerato che nella pagina prodotto la parola “bassi” viene ripetuta 10 volte. Detto questo, se considero il contesto (cuffie Bluetooth sui 100 euro per basshead) queste Panasonic mi hanno soddisfatto.
Non aspettatevi chissà quali doti tecniche in termini di dettagli, soundstage e imaging perché tutta la scena è compressa in testa e risulta molto difficile separare e riconoscere il singolo strumento musicale (basta il ritornello di “Occidentali’s Karma” di Gabbani per andare in confusione), così come percepire particolari udibili solo con cuffie più “sincere”.
Fatte queste premesse, i bassi sono sì enfatizzati ma sono incisivi al punto giusto, coinvolgenti e non infangano la scena come in cuffie più scarse. I medi sono un passo indietro rispetto ai bassi, tant’è che il cantato spesso e volentieri gioca un ruolo secondario nel mix (in “Fiumi di Parole” dei Jalisse è evidente). Gli alti fortunatamente non creano asprezze ma aiutano a dare chiarezza a tutta la scena.
Insomma, se siete alla ricerca di cuffie Bluetooth di fascia medio-bassa con una buona dose di bassi (che non rallentano o “uccidono” tutto il resto della scena) dovreste davvero prendere in considerazione queste Panasonic RB-M500B.
Microfono
La qualità in chiamata non è il loro punto di forza: la voce riprodotta risulta piatta e metallica, e in ambienti anche mediamente rumorosi il frastuono esterno ha la meglio rendendo la conversazione difficoltosa.
Autonomia
Panasonic dichiara circa 30 ore di autonomia con Bass Reactor disattivato e, sebbene non possa verificare sistematicamente questo valore, posso dire che usandole con volume all’80% le cuffie si sono spente dopo 5 giorni pieni di utilizzo.
Considerate però che per una ricarica completa tramite porta USB-C ci voglio ben 4 ore, mentre non essendoci un’app proprietaria per vedere la % di batteria basta andare nelle impostazioni Bluetooth del dispositivo collegato.
Conviene acquistare le Panasonic RB-M500B?
Queste Panasonic RB-M500B potrebbe essere un potenziale best seller ma per una serie di piccolezze (una non così tanto marginale) non posso consigliarle indiscriminatamente a chiunque.
Non voglio soffermarmi più di tanto sul Bass Reactor perché, seppur trovandolo inutile, basta tenerlo disattivato per non incorrere nei vari problemi evidenziati nel corso della recensione.
Il vero problema è il microfono: se fate tante chiamate ed è quindi essenziale una qualità audio ottimale, queste non sono le cuffie giuste per voi.
Per quanto riguarda comfort e uso generale, ho apprezzato la comodità offerta e tutto quel che concerne la connettività (Bluetooth Multipoint e latenza in primis) ma se avete orecchie grandi non ve le consiglio.
Mancano invece un’app proprietaria e il sensore di prossimità, ma è piuttosto normale per le cuffie sotto i 100 euro.
Lato audio invece, sono il massimo per gli amanti dei bassi.
Nulla da recriminare per quel che riguarda l’autonomia: ci vuole un po’ di più per ricaricarle rispetto ad altre cuffie, ma considerando le 30 ore di uso effettivo ci si può passare sopra.